mercoledì 13 agosto 2008

luoghi comuni: bologna non è più come una volta

puntualizzazioni dal post del 5 agosto.
è arrivato il momento di denunciare pubblicamente (almeno per il pubblico di questo blog) i motivi dello sdegno e incazzo per la questione caffè e vivande alla stazione centrale di bologna.

quel giorno sono arrivata dalla stazione di borgo panigale. con la suburbana in 4 minuti sei alla stazione centrale, evviva la comodità, ma non si può pretendere che alla stazioncina di borgo panigale oltre ai due binari e alla macchinetta per fare i biglietti ci sia anche un bar. al bar tarozzi mi ero limitata a comprare le paglie. anche il bar tarozzi si potrebbe definire suburbano come genere, quel suburbano squallido con gente un po' marcia. infatti è sotto il ponte della ferrovia.. nessuno pretende che sia un locale modaiolo, io ci compro le sigarette, in rari casi (fame, proprio fame) le caramelle. quel giorno la bale aveva finito il caffè, io mi stavo trascinando sotto il sole delle 11 dopo aver dormito poche ore, non è stato un incentivo sufficiente per testare il caffè lì.
fumetto, bolle: resisterò fino in stazione. ci mette solo 4 minuti.
arrivo alla stazione ovest, devo fare il biglietto vero, il bar è di strada: c'è il bar qui e il bar lì. una volta c'era anche il bar giù, quello nel sottopassaggio principale, era il mio preferito, ma l'hanno tolto già da anni. in compenso ci sono un sacco di macchinette nel sottopassaggio, con tanto di tramezzini di plastica, bibbite e bevande calde.. ma io di caffè della macchinetta ne ho già abbastanza in ufficio, il w-end punto all'espresso, quello vero. già è sabato e salto la mia colazione dei campioni, almeno un cazzo di caffè vero e un cibo vero da portarmi per il buco allo stomaco che mi verrà mentre sono sul treno.
il bar è chiuso, c'è un cartello con piantina della stazione: si sono trasferiti nel nuovo bar centrale, piazza medaglie d'oro 6 all'esterno della stazione. ok, neanche la guardo bene, intanto faccio il biglietto.
ero pronta al peggio: è il 2 agosto. non una giornata qualsiasi nella stazione di bologna.
non sapevo a che ore ci fosse la manifestazione, ma è tutto quieto, dev'essere appena finita, le corone sono lì ma i microfoni e la folla sono già spariti.
sono stranamente in anticipo: 25 minuti, di solito in meno di 10 faccio biglietto, caffè, pezzo di pizza da asporto, tabaccaio, edicola e riesco a fumarmi la paglia giù dal treno al binario 9. esco nel piazzale e mi guardo in giro, non vedo nessun bar, nessuna insegna nuova, bah, è sabato mattina e ho una profonda consapevolezza del mio livello di rincoglionimento mattutino quindi me la prendo sciolta. mi sento proprio rilassata, oggi farò con calma, ho anche tempo per dirigermi verso l'unica edicola non gestita da stronzi. devo tornare verso la stazione ovest ma fa niente, ho tempo e poi di là c'è anche un altro bar.
repubblica e internazionale (numero doppio di agosto, bello grosso, ma non c'è il bushismo e neanche le vignette brasiliane, uffi) però ora voglio il mio caffè, comincio a essere verticale da troppo. e non ho ancora fumato, almeno di un caffè ho bisogno prima della sigaretta.
bar. chiuso, stesso cartello. mi chiedo che razza di bar avranno fatto per riunirli tutti in uno.
anche la tigelleria di fianco è chiusa, ma lì non c'è nessun cartello, magari sono in ferie, anche se considerato il traffico umano di agosto mi sembra un'idea un po' idiota. mi ricordo che viviamo nel paese col maggior patrimonio artistico e riusciamo a fare genialate come chiudere i musei la domenica, me ne frego della tigelleria, non mi è mai piaciuta molto, l'unica cosa decente di quel caffè sono le tazzine col piattino asimmetrico.
ritorno al piazzale col proposito di guardarmi attorno senza cispe negli occhi. stanno smontando il palco, fino al prossimo 2 agosto rimane solo la crepa nel muro con la targa del papa e l'orologio fuori fermo alle 1025.
non noto altro, devo anche aver tolto per un paio di secondi gli occhiali da sole! comincio ad indispettirmi: va bene che è sabato mattina e tutto, ma proprio non vedo niente e non ho energie da sprecare per fare il giro della piazza inutilmente. faccio prima a tornare dentro e guardare davvero quella piantina per localizzare a che punto corrisponde quella croce sulla carta. eh, si ok, ho capito, avevo già capito col primo colpo d'occhio, infatti io guardavo proprio di là, di fianco al mcDonald, avevo capito giusto, ma dove cazzo è il bar?!
cambio prospettiva, esco - di nuovo - nel piazzale, questa volta dalla parte della stazione ovest. dovrei proprio vederlo, comincia a diventare una questione di principio. non lo vedo. comincio a incazzarmi, di solito non sono propriamente impedita, ok che ieri sera avrò bevuto due cose ma anche a quello ormai sono abituata, ho avuto risvegli peggiori, possibile che sia così complicato avere un caffè?
la stazione di bologna, non borgo panigale, non la stazione da trenini, sono in una delle grandi stazioni: roma termini, milano, venezia, firenze. le stazioni col conto alla rovescia per l'alta velocità in bellavista in mezzo all'aiuola, quel totem gigante sì che si vede bene, il bar no.
disturbiamo wikipedia: la stazione di Bologna è uno snodo essenziale per lo smistamento del traffico ferroviario nazionale in quanto la sua posizione ne fa la convergenza di quasi tutte le linee dell'Italia settentrionale che vi trovano proseguimento lungo la linea dorsale per Firenze e lungo la linea adriatica per Ancona. Infatti oggi contende a Roma Termini il primato per numero di treni giornalieri in transito (circa 800) e probabilmente prenderà il primo posto in Italia con l'attivazione della nuova stazione sotterranea dedicata ai treni ad Alta Velocità.
sto girando da un po' nella stazione centrale di bologna, il mio vantaggio di 25 minuti ormai si è notevolmente ridimensionato e ancora non sono riuscita a bere un cazzo di caffè? comincio a guardarmi attorno attonita, cosa vedo? due splendidi esemplari di forze dell'ordine. non che io subisca il fascino della divisa, anzi, tendo alla reazione contraria: saranno strascichi dei periodi intensi di canne adolescenziali, ma ho sempre quella reazione da coda di paglia quando mi trovo davanti una divisa, c'è da dire che ho abitato sei anni di fianco alla questura quindi a quella divisa nello specifico un po' mi sono abituata e poi i poliziotti rispetto agli altri sono generalmente fighi. in ogni caso, questi due lo sono, li noto, e loro me, non so se perchè sono figa o perchè vago con aria smarrita vestita di nero, con gonnellina, occhialoni, bastoncino e ananas in testa e roller appesi alle dita di una mano. comunque ci guardiamo e io decido che a parte sequestrare le macchine, fare palloncini, appiccicare cerotti molesti nel mezzo della notte sono utili uomini, non gli salto addosso ma mi sento quasi filoamericana: to protect & to serve è su tutte le macchine. che servano, servitemi, almeno a placare la mai agitazione per il caffè.
io: scusate..
sorriso
sorriso
sorriso
un sorriso a testa, e proseguo ..io è da 10 minuti che tento di bere un caffè ma non ci sono riuscita!
sorriso
sorriso
(io già sorrido meno)
si guardano, chi prende la parola? uno si decide, sorride (ormai non c'è un cazzo da ridere ma lui non lo sa quindi mantengo il profilo carino) e mi spiega: c'è un nuovo bar
si lo so ma dove
mi spiega: fuori nel piazzale esterno
si ma dove
mi spiega per bene: ecco vede lì fuori? prosegue dritta di là è vicino a mcDonald
si ma dove?? esattamente dove, rispetto a mcDonald, dove?
(il mio sorriso comincia a essere tirato coi filini)
lei entra dalla porta di mcDonald..
(inorridisco, ora non faccio neanche finta di sorridere)
mi stai dicendo che io per bermi un caffè devo entrare da mcDonald???
impasta il sorriso con una faccia rassegnata profilo dipendente statale suo malgrado.. e mi rassicura: no, lei (io ovviamente ho usato sempre il tu) entra solo dalla porta di mcDonald e tiene la sinistra, e lì c'è il bar.
io decido che non sono una dissidente terrorista, e poi il 2 agosto appunto non è proprio giornata, ho un secondo e mezzo di incazzo feroce seguito da un'immersione delle mie facoltà mentali in un take it easy ghiacciato.
sorrisone dei miei
insomma mi sta dicendo che hanno fatto un solo bar in tutta la stazione, l'hanno messo nel piazzale esterno e per entrarci bisogna passare dalla porta di mcDonald?
suo sorriso complice rassegnato: mm.. si..
me ne sto già andando mentre il mio sorriso si trasforma in una risata; ok, grazie ciao
risparmio i commenti polemici in riferimento a mcDonald. visto che sono più di 10 anni che non ci entro un po' mi scoccia doverlo fare per avere il mio caffè, fa niente, non vale, la prossima volta arriverò in stazione già imbottita di caffeina e fornita del beveraggio indispensabile per affrontare il viaggio in treno. se mi lasciassi andare potrei raccontare del brufolo di renato o del perchè continuo a credere che in una città come bologna non ci sia alcun motivo per dare i miei 3€ a mcDonald quando ovunque ti giri trovi piade con il crudo di parma o squacquerone e rucola (anche salsiccia+cipolla+peperoni, ma è la versione notturna).
il bar: un banco per la pizza e uno per i panini, i soliti quelli di plastica, io non li prendo mai, ma avranno aumentato i prezzi con questo trasloco collettivo? voglio saperlo, quella vena di incazzo da piccola sovversiva è rimasta: per i prezzi osservare il comodo listino stampato corpo 12 sul foglio A4 attaccato alla cassa e quando tocca a me mancano 8 minuti al mio treno, lascio stare.
caffè acqua coca pizza, in ordine di importanza.
tutto al volo, solo per il caffè devo aspettare, è anche ovvio visto che sono in fila nell'unico metro e mezzo di banco bar in tutta la stazione. comincio a innervosirmi: sto seriamente rischiando di perdere il treno, mi chiedo quanti cervelli hanno collaborato alla messa in atto di questa cosa, quanti - un numero, vorrei avere idea di un numero - hanno sottoscritto prima che davvero si arrivasse ad averlo realizzato un posto fatto così.
piuttosto lo perdo, ma avrò il mio caffè. fa anche un po' schifo, ti pareva!
il treno lo prendo al volo, solito, infatti era strano tutto quell'anticipo.
già anni fa quando passavo dalla stazione due volte a settimana minimo mi era venuto in mente di seguire una delle teorie di mia madre. quando ci lamentavamo di qualcosa tanto per fare delle polemiche casalinghe, una delle risposte più gettonate era: fai qualcosa, dirlo a me non cambia niente, scrivigli una lettera. la cosa per cui ho avuto più voglia di farlo - anche se poi non l'ho mai fatto - era quella puzza di mcDonald che invadeva il primo binario, l'atrio e il piazzale della stazione.
immaginavo i turisti che arrivavano nella città dei tortellini, delle lasagne degli spaghetti bolognese (il fatto che in realtà a bologna non esistono lo avrebbero scoperto durante il soggiorno) e che come il primo odore avrebbero sentito quello inconfondibile del mcDonald. una volta c'erano le sfogline che vendevano la sfoglia ai binari, io non le ho mai viste, ma l'ha detto marco e vuol dire che è vero, e anche che non sono passati secoli, non ci sono più da un bel po'.
il mc donald è ancora lì, quello mica l'hanno tolto dal primo binario.

in quella lettera che non ho mai scritto al sindaco mi sarei lamentata anche della pessima idea di chiamare quel cazzo di rilevatore auto che fa le multe sulle preferenziali con un nome proprio: il mio!

1 commento:

riri ha detto...

dovere di cronaca: pare che ci sia un piano di sopra.