lunedì 4 agosto 2008

elogio dell'efficienza

a volte capita di cadere. a volte capita di ritrovarsi con gli amici a bere l'ultimo e fioccano svariati ultimissimi a ridere del trigono astrale del cazzo. io e marco con la bale e benz, che si sono degnati di lasciare il nido di aria confezionata solo per essermi vicini nel mio rientro a bologna dopo il viaggio della speranza. da mesi non prendevo il treno, molti mesi, ma visto il w-end da bollino rosso (adesso lo chiamano nero - io odio la tv) e visto che incrocio la mia coinquiina tipo un paio di volte la settimana, questa volta ho optato per le ferrovie dello stato.
l'andata non è stata male, il ritorno da panico. sarà che ero stanca e mi immaginavo già a farmi un significativo pisolino cullata dal sedile del regionale, che oltretutto è molto più comodo del dell'eurostar con microsedile ad alta promisquità e micropoggiatesta. il dondolio sulle rotaie mi concilia sempre il sonno, figuriamoci quando parto stanca, dopo una serata di festa, annessi e connessi, qualche ora di semisonno e un pomeriggio in baita spalmata qua e là cercando accuratamente di evitare il sole e di stare verticale il meno possibile. ho sempre la partenza a rilento, infatti quando finalmente ho trovato un passaggio per tornare a vittorio (pareva non ci fosse proprio verso di andarmene da lì) mi stavo giusto riprendendo.
il pisolino in treno era funzionale ad affrontare poi la serata in giro a bologna. quando arrivo a mestre scopro che hanno soppresso dei treni e il mio quando arriverà (con un ritardo di 40 minuti) fino a padova farà tutte le fermate. già mi prende male: la panchina di marmo del binario non mi culla per niente. comincio anche ad avere fame e odio il cibo delle stazioni, ogni volta faccio un giro davanti a quella vetrina piena di panini sperando che qualcosa mi ispiri, per dirigermi verso la cassa "un caffè".
prima di padova riesco a conquistare un posto nel delirio di un treno murato. nonostante tutto, mi sento già avanti.
quando a terme euganee il treno rimane fermo il mio ottimismo non ne può proprio davanti all'evidenza. rotto. scendo e fumo.
sto sempre in zona capotreno per origliare le sue telefonate e deduco che mi conviene il treno successivo.
il timore di rimanere a passare la notte sulla panchina di una stazione di provincia a guardare dietro la pensilina le insegne degli hotel a 2 stelle mi mette un po' a disagio, ma quelli li odio troppo. li guardo da fuori e tutti insieme sembrano ancora più brutti, decido che me la tento. non ho più margine di tolleranza per quella massa umana, e il mio uovo prossemico compresso sta per esplodere. di tutto il treno siamo rimaste giù solo io una signora (!). fatto bene: dopo 5 minuti arriva il treno, vuoto, completamente vuoto. coraggio premiato, mi sento un po' un eroe stanco.
arrivata a bologna è troppo tardi anche per farsi portare una pizza, quindi faccio l'errore di raggiungere gli altri al never. non sono l'unico eroe, momenti di gloria per tutti e troppe ghignate per andarmene in fretta!


ps: mi pregio di aggiungere un esempio di day after in ufficio arrivata da poco, altro che jour
(neanche dark)

2 commenti:

boiazza ha detto...

" e il mio uovo prossemico compresso sta per esplodere"

parole pesanti...

riri ha detto...

:)
si.. mi è sempre piaciuto molto il concetto di uovo prossemico.. appena posso lo sfodero!